Metaverso: chi era costui? | Delaini & Partners

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Filippo Lubrano

me@filippolubrano.it
www.filippolubrano.it
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Da Carneade al Metaverso

Viviamo in una civiltà in cui è difficilissimo ternersi aggiornati su tutto, a partire dai neologismi che ci piombano addosso da ogni parte fino a lasciarci rintronati. L'effetto è che gli adulti (e figurarsi gli anziani!) ogni tanto devono ricorrere a qualche aiuto - meglio Wikipedia, visto che i dizionari diventano obsoleti appena sono freschi di stampa - per orientarsi. I giovani non soffrono di questa sindrome ma a volte pare che, per procurare un po' di spazio alle nuove nozioni, tendano ad accantonare quella che una volta si chiamava cultura e ci veniva cacciata in testa quasi con la forza.
Abbiamo allora pensato di coinvolgere Filippo Lubrano, ingegnere e consulente di innovazione e internazionalizzazione, che ci presenta la sua ultima startup, Metaphora, che si candida a diventare una guida strategica nella giungla del Metaverso, e ad accompagnare le aziende nelle piattaforme e nelle modalità più sensate per loro per affrontarlo.
Per i dettagli e gli approfondimenti trovate i link nel testo e nella colonna a lato.


Si fa un gran parlare ultimamente di Metaverso, ma cosa vuol dire esattamente, e quali sono le opportunità concrete per le aziende?

Hai ragione Alberto, da quando Zuckerberg ha rinominato Facebook in Meta un annetto fa, sembra che il Metaverso abbia inglobato la realtà. Ma la realtà, invece, è che il Metaverso non esiste. Almeno, non ancora. Esistono numerosi candidati a diventare il Metaverso con la "m" maiuscola, ma finora ce ne sono solo molti con la "m" minuscola. Il grosso del Metaverso, ora, si svolge nel mondo del gaming, dei videogiochi online: piattaforme come Roblox, Fornite o Minecraft fanno il grosso dei 300-400 milioni di utenti del Metaverso latamente inteso. Pian piano però molte realtà, e molte nostre attività quotidiane, si sposteranno in questo mondo parallelo, e le aziende più attente hanno già fatto il salto. Riunioni online, sfilate di moda, concerti, il settore immobiliare, il mondo stesso dell'educazione e della formazione possono già oggi godere di un beneficio concreto da una virtualizzazione delle proprie attività. È per intercettare questa domanda che è nata Metaphora.


Concretamente di cosa si occupa Metaphora? E come nasce il progetto?

Metaphora vuole essere una bussola nella giungla del Metaverso: per ogni progetto aziendale, e per ogni organizzazione, consigliamo allora gli strumenti e le piattaforme che sono più consone per migrare digitalmente i propri valori nel Metaverso. Realizziamo esperienze immersive e progettiamo la presenza virtuale delle aziende, dal settore della moda al real-estate, passando per la formazione - sia per colletti bianchi che per colletti blu - e l'education.
Il progetto è per me la naturale evoluzione del percorso iniziato quest'anno con Skills Management Group, realtà consulenziale con oltre 40 anni di attività creata dall'imprenditore torinese Nicola Longo, che mi ha scelto per guidare inizialmente come partner la business unit di transizione digitale del gruppo. Oggi, insieme al mio socio Simone Spoladori di Roger - Laboratorio Narrativo, guidiamo un team di oltre 15 persone molto giovane e variegato nelle competenze, capace di seguire non solo la progettazione e la realizzazione delle esperienze nel Metaverso, ma anche di comunicarle nei canali più opportuni.


A chi si rivolge Metaphora?

A qualsiasi azienda che voglia presidiare un terreno molto promettente, ponendosi con uno spirito critico e non superficiale. Alle funzioni delle Risorse Umane, soprattutto, che possono organizzare colloqui più equi nel Metaverso, e automatizzare parte del training e dell'on-boarding. Alle aziende del settore della moda e del lusso, che già oggi possono beneficiare di una domanda importante dagli utenti già presenti nel Metaverso, che vorrebbero vestire e far giocare con i loro prodotti i propri avatar. E poi alle aziende del manifatturiero, che possono realizzare gemelli digitali dei loro ambienti e dei loro prodotti finali. Ma il limite è davvero solo la fantasia: le regole del Metaverso non esistono ancora, perché le stiamo definendo mentre ne parliamo, e mentre lo stiamo costruendo.
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