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All’interno delle nostre Tavole Rotonde abbiamo deciso di aprirne una dedicata non ad una tematica applicativa, come negli altri casi, ma ad una piattaforma che da tantissimi anni – più di trenta – fornisce il substrato tecnologico ad intere generazioni di soluzioni applicative. Una longevità che racchiude un segreto: la continuità.
Per offrire una panoramica da differenti punti di vista abbiamo coinvolto (in ordine alfabetico, salvo la dovesosa priorità all’unica rappresentante femminile):
- Nicoletta Bernasconi, Product Manager IBM i – IBM Technology
- Renato Bardin, Presidente di Sanmarco Informatica.
- Paolo Castellacci, Presidente di Computer Gross
- Silvano Lancini, Presidente di SmeUp
Il nostro incontro, quindi, abbraccia il produttore di IBM i, chi si occupa principalmente della distribuzione di harwdare e chi invece utilizza la piattaforma come base per il proprio ERP. Iniziamo con le domande.
Non è un mistero, ma piuttosto un vanto, il fatto che il sistema IBM i - che a parecchi piace continuare a chiamare con il nome storico di As/400 - sia nato nel 1988. Forse non tutti quelli che utilizzano piattaforme differenti realizzano come si sia radicalmente evoluto, mantenendo comunque una incredibile continuità per supportare software anche datati. Quali sono le evoluzioni che considerate più significative?
Diamo la parola per prima a Nicoletta Bernasconi di IBM, per avere da lei un quadro di carattere generale su quello che è avvenuto fino ad oggi: “E’ veramente difficile stabilire un ordine di importanza delle evoluzioni che hanno caratterizzato diversi decenni di storia della piattaforma AS/400 – IBM i. Dallo sviluppo di sofisticati prodotti grafici per la gestione e il controllo del sistema, al supporto Java integrato a livello di microcodice, all’apertura verso il mondo Open Source, all’evoluzione dell’RPG come linguaggio totalmente free-format, alla disponibilità di un moderno IDE (Integrated Development Environment) grafico per lo sviluppo di programmi RPG, Cobol e Java, alla possibilità di offrire ai clienti un efficace strumento di business intelligence nativo su IBM i basato su web, al recentissimo annuncio del prodotto Merlin: ognuno di questi elementi, insieme a molti altri, ha costituito una tappa fondamentale nel percorso di crescita del sistema. Tutto rientra comunque in una precisa strategia di evoluzione che si articola in tre filoni principali: innovazione, apertura e integrazione.”
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X |  | Interviene Paolo Castellacci di Computer Gross che ricorda tutte le evoluzioni che hanno portato all’As/400: “In realtà il cammino dell’As400 è iniziato nel 1978 con il nome Sistema/34, evoluto poi in Sistema/36, Sistema/38, As/400 e Power i. Nato come sistema che da subito ha supportato le piccole e medie aziende nell’ambito gestionale, usa soprattutto la programmazione in RPG che è stato il linguaggio di programmazione che ha caratterizzato le applicazioni e lo ha reso spesso ‘inattaccabile’ da altri ambienti operativi.” |
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Silvano Lancini di SmeUp, partendo dal suo ruolo di produttore di soluzioni applicative, rimarca una caratteristica già citata da Nicoletta Bernasconi, sottolineando ancora una volta la continuità, elemento vitale per chiunque produca ERP (ma non solo) in quanto preserva nel tempo gli investimenti: “E’ sempre stato un sistema moderno dal punto di vista evolutivo. Paradossalmente IBM i si è evoluto perché è stato progettato per evolversi. La piattaforma è sempre stata rivoluzionaria perché nella sua stessa impostazione iniziale c’era una grandissima innovazione: si predisponeva alla sostituzione dei singoli componenti perché pensata scomposta in livelli. L’architettura stessa del Sistema/38 (che era ad oggetti), era infatti strutturata a livelli che potevano essere sostituiti. Questo ha permesso di evolvere tecnologicamente, senza comportare modifiche alle soluzioni applicative. In sostanza si è evoluto non per essere sostituito da altri, ma per sostituire sé stesso un pezzo alla volta. Oggi si continua a confondere la piattaforma con le applicazioni. Alcune applicazioni non si sono evolute, ma hanno continuato a funzionare, proprio perché la tecnologia si è trasformata garantendo loro continuità e permettendo di sfruttare una tecnologia innovativa.”
Sostanzialmente sulla medesima lunghezza d’onda si posiziona l’intervento di Renato Bardin di Sanmarco Informatica: “A nostro avviso le evoluzioni maggiormente significative del sistema IBM i sono le seguenti:
- il disaccoppiamento tra hardware e software, in modo che oggi sui moderni IBM Power Systems operi il Sistema IBM i, ma anche Linux, con la possibilità quindi di consolidare workload IBM i e workload Linux sullo stesso sistema hardware IBM Power;
- la capacità di Virtualizzazione e Partizionamento, che consente di utilizzare con la massima efficienza le risorse del sistema;
- la continua crescita delle prestazioni grazie a innovazioni tecnologiche su tutte le componenti (es. processore, RAM, dischi con i recenti NVMe);
- l’architettura a oggetti.”
Ogni anno produttori di hardware differenti e di software che girano in altri contesti ritengono di poter fare la “spallata finale” alle roccaforti As/400, aggredendo con offerte sempre diverse un mercato che continua ad annoverare un numero molto grande di aziende valide ed efficienti. Ed ogni loro iniziativa si rivela complessa se non inconcludente. Ma cos’è che rende profondamente affezionati e quindi difficilmente attaccabili i clienti As/400?
Prende la parola per primo Paolo Castellacci: “I vendor concorrenti ad IBM hanno da sempre cercato di capire come sostituire con i loro prodotti l’As/400. I risultati sono stati costantemente negativi per diverse ragioni:
1 - nelle piccole e medie aziende italiane l’As/400 è arrivato per gestire le classiche applicazioni di contabilità, fatturazione, magazzino etc. usando il linguaggio di programmazione RPG difficilmente trasportabile su altri server; quindi il cliente avrebbe dovuto cambiare anche le applicazioni
2 - le persone che sviluppavano il gestionale erano nate nel linguaggio RPG e facevano fatica ad adattarsi ad altro
3 - la semplicità d’uso del sistema, scoraggiava la sostituzione”
Renato Bardin concorda in pieno, rafforzando anzi alcuni aspetti: “I clienti As/400-IBM i apprezzano la garanzia della protezione degli investimenti, la resilienza, l’integrazione delle varie componenti hardware e software della piattaforma e la semplicità di gestione. La flessibilità, la scalabilità, l’alta affidabilità e la sicurezza intrinseca nell’architettura del sistema sono altri fattori essenziali.”
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Silvano Lancini sottolinea i vantaggi che da As/400 hanno avuto le società che sviluppano soluzioni applicative: “Grazie all’affidabilità della piattaforma, gli ISV hanno avuto un ruolo determinante sul livello del contenuto applicativo. Qui troviamo il grande vantaggio che la piattaforma IBM i ha portato: permettere agli ISV di restare concentrati sul business e quindi sulle soluzioni che rispondessero alle esigenze dei clienti. Questo è stato possibile perché condizioni indispensabili come scalabilità, affidabilità e continuità sono sempre state garantite dalla piattaforma stessa. Per esempio non ci siamo mai preoccupati di quanti milioni di record ci fossero in un database, la garanzia era insita nella piattaforma. E’ per questo che le soluzioni sviluppate sono ad alto contenuto applicativo ed è sempre questo il reale motivo per cui i clienti restano legati alla piattaforma.” |  | X
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Chiude Nicoletta Bernasconi, che non fa che confermare come la visione e la strategia IBM siano perfettamente in linea con quelle dei Partner: “Le principali caratteristiche che rendono IBM i così popolare sono sicuramente l’affidabilità, l’integrazione e la capacità di garantire ai clienti la protezione totale dei loro investimenti senza che questo vada a discapito dell’innovazione. Il patrimonio applicativo costruito su IBM i ha un valore inestimabile per le aziende: il fatto che IBM lo abbia sempre protetto ed arricchito grazie ad un prodotto sostenuto da una solida roadmap è sicuramente uno dei motivi del suo indiscusso successo.
Quali sono le innovazioni dell’As/400-IBM i su cui puntate maggiormente il vostro business? E che cosa vi piacerebbe avere di più o di differente?
Mentre Nicoletta Bernasconi passa la mano, ritenendo di essere troppo parte in causa, prende il pallino Silvano Lancini: “Puntiamo sull’apertura a linguaggi e framework moderni ed opensource, quindi su elementi che ci permettano sia di sviluppare soluzioni basate su queste nuove tecnologie, sia di introdurre sviluppatori che le conoscano, ma anche di far girare all'interno di IBM i soluzioni progettate per funzionare solo su piattaforme differenti. Questo semplifica di molto l’erogazione delle nostre applicazioni, aumenta le performance ed evita le latenze, perché l’alternativa sarebbe stata quella di avere macchine diverse su cui dover fare singole configurazioni. Nel nostro business puntiamo ad avere una continua evoluzione a livello di performance e di capacità di calcolo, ma anche velocità di database per applicazioni enterprise sempre più complesse.”
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X |  | Viceversa Renato Bardin tende a sottolineare altri aspetti anche se poi finisce per ribadire la stessa preferenza per l’open source: “Le innovazioni dell’As/400-IBM i sulle quali Sanmarco Informatica sta maggiormente puntando sono quelle relative a Database Relazionale DB2 for i (che è un data base ‘in memory’ fin dalla sua nascita), affidabilità, funzionalità di sicurezza e apertura verso ambienti di sviluppo applicativo open-source. L’attuale IBM i supporta una serie di oltre 350 strumenti open-source, come Java, Web Services, XML, PHP, Python, Ruby, Node.js e Git. Tali strumenti sono disponibili in IBM i nativamente, e vanno a complementare la componente ‘più tradizionale’, ovvero i programmi RPG. |
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Ci piacerebbe invece che ci fosse una ancora maggiore attenzione di IBM verso le esigenze della Piccola e Media Impresa Italiana, così come maggiori investimenti di IBM Italia in pubblicità della piattaforma Power i, per aumentarne l’awareness e far conoscere questa eccellenza a tutte le aziende italiane. Anche i costi dei nuovi Sistemi Power 10 avremmo piacere fossero più in linea con quelli delle precedenti generazioni e con i server x86. Inoltre sarebbe interessante avere un maggior supporto tecnico al Canale e un maggior riconoscimento degli investimenti fatti dai Partner sullo sviluppo applicativo (selettività).”
Chiude il giro di tavola Paolo Castellacci: “L’As/400 ha delle caratteristiche uniche quali la semplicità di uso, per esempio, in quanto aiuta a gestire autonomamente aspetti quali la sicurezza (quasi impossibile l’attacco di hacker), la gestione operativa di molte funzioni, la gestione autonoma di dati etc…. Naturalmente dal 1988 la macchina si è evoluta per quanto riguarda sia la parte Power IBM, sia per quanto riguarda le applicazioni. Oggi è considerata spesso dai clienti una data base machine sicura e molte applicazioni vengono implementate in ambiti diversi.”
Rimane il tempo per qualche sottolineatura e qualche precisazione finale e non si può perdere l’occasione per chiedere a Nicoletta Bernasconi quali sono i piani futuri di IBM per questo sistema. La risposta è immediata molto precisa: “Attualmente i piani di sviluppo e supporto per IBM i sono proiettati al 2035 secondo una roadmap dinamica che si aggiorna ogni qualvolta viene resa disponibile una nuova versione/release del prodotto. L’investimento di IBM nello sviluppo di questa piattaforma è costante e significativo: compito dei clienti, dei partner, degli ISV e dei consulenti è mantenersi aggiornati sia in termini di infrastruttura hardware IBM Power che di versioni di sistema operativo IBM i, per poter beneficiare di tutte le novità introdotte e non essere legati ad ambienti obsoleti ormai da tempo fuori supporto.” Quindi nessuna preoccupazione né per chi utilizza l’As/400 né per chi ne ha fatto la base di sviluppo applicativo. Per più di dieci anni possono dormire sonni tranquilli e continuare ad investire.”
Paolo Castellacci è ancora più telegrafico nelle sue proiezioni di medio-lungo termine: “Per concludere vorrei fare alcune considerazioni personali. Considero l’AS/400 uno strumento che ha dato da vivere a me e alle mie persone: le mie aziende usano ad oggi As/400 e nessuno mette in dubbio se continuare a farlo.”
A Renato Bardin chiediamo come vede l'ecosistema ed il mercato Power italiano nei prossimi cinque anni: “Se Sanmarco e IBM saranno in grado di comunicare con i clienti Power e con le aziende italiane che ancora non conoscono questa tecnologia, riusciranno sia a mantenere il parco installato facendo crescere i clienti con nuove tecnologie Software on Power, che ad attrarre prospect e nuove aziende con la migliore offering oggi a disposizione. Questa è la nostra sfida ed il nostro obiettivo.”
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