Editoriale | Delaini & Partners

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La giornata era tersa, il sole di fine giugno già caldo e, per una strana coincidenza astrale, era esattamente il primo giorno in cui all’aperto si poteva stare senza mascherina.
L’evento si teneva in un golf club vicino a Verona e – lo confesso – l’idea di tornare “dalle mie parti” aveva avuto un certo peso sulla scelta di iscrivermi.

Una scaletta insolita
Seduto sotto un porticato che veicolava piacevoli refoli d’aria fresca ho seguito con attenzione gli interventi, sempre sintetici ed insolitamente poco autocelebrativi. Si parlava in modo scarno e concreto di esperienze e risultati, con testimonianze di prima mano da parte dei clienti. In conclusione lo stupore di ascoltare una realtà che non mi sarei aspettato di incontrare in quel genere di contesto: introdotti dai giocatori dell’Hellas Verona, la squadra di calcio della città di Giulietta e Romeo che ci avrebbe pure proposto il battesimo del footgolf, un simpatico incrocio tra calcio e golf, abbiamo sentito i progetti ed i risultati dei volontari di Voci e Volti (www.vocievolti.it), impegnati in coraggiose iniziative a favore del Centro Africa.

Il miracolo del pozzo
Da ragazzino nelle estati di campagna il pozzo era un posto magico: si attingeva l’acqua limpida e gelata con il secchio e la carrucola, si calava in una rete l’anguria per assaporarla un’ora dopo bella fresca, si faceva scendere con una corda il fiasco di vino bianco che poi era un piacere a berlo. L’acqua si prendeva e non finiva mai ed in ogni corte colonica di pozzi ce n’era almeno uno.
Magari mi veniva in mente il pozzo di Giacobbe, quello della samaritana nei racconti evangelici, ma sulle colline attorno al lago di Garda il pozzo era per tutti una sicurezza e – diremmo oggi – una commodity, visto che negli anni ’50 l’acqua corrente non arrivava dappertutto.

Ma gli amici di Voci e Volti parlavano di un altro genere di pozzo, quello indispensabile per la sopravvivenza, quello che devi camminare ore ed ore per raggiungerlo e non sai mai se lo troverai asciutto, quello che rappresenta una rara benedizione nelle tante regioni aride del nostro pianeta. Raccontavano – in mezzo ad altri interventi come quelli legati alle scuole e agli autobus necessari per raggiungerle, per citarne un paio – di come hanno risolto e stanno pianificando di risolvere il problema idrico ad un numero significativo di villaggi in Mozambico e dintorni. L’investimento? Poche migliaia di Euro ciascuno. Il finanziamento? Soldi raccolti tra realtà che hanno imparato a conoscere questa Onlus e a condividere gli obiettivi, tra i quali giocatori ed ex giocatori dell’Hellas Verona come pure InformEtica, la società di software che ha organizzato l’evento e che ogni anno destina dei fondi alle iniziative di solidarietà. Una cascata di gocce in grado di riempire i pozzi (e non solo) e placare la sete di acqua, di scolarizzazione e di servizi elementari.

Sono rimasto colpito: a volte davvero basta un po’ di impegno, di entusiasmo e di fantasia per far sì che i miracoli si realizzino.
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Alberto Delaini
alberto@delainipartners.it
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