 | Nel 2021 la pianificazione finanziaria cambia
Le ricadute sulle PMI che si devono preparare per affrontare il nuovo rapporto Banca-Impresa
Si è appena concluso un anno molto difficile per le aziende: lotta per la sopravvivenza, cambiamenti nei modelli operativi, sviluppo di modelli di pianificazione finanziaria, introduzione del nuovo Codice della Crisi di Impresa, con il monitoraggio di indici di allerta; a tutto questo, da luglio 2021, entreranno in vigore le nuove linee guida EBA (linee guida che riguardano i prestiti e che entreranno in vigore da luglio 2021), che avranno un impatto soprattutto sulle PMI.
Come tutti oramai sanno, queste nuove linee guida introducono strette regole sulla gestione dei prestiti.
Potrà capitare, ad esempio, che per un ritardo di soli 90 giorni del pagamento di un debito (rata di un mutuo, sconfinamento di un fido) scatti la segnalazione di “cattivo pagatore” con evidenti ricadute su eventuali richieste di nuovi finanziamenti.
In particolare saranno richiesti alle imprese adeguati e verificati flussi informativi (assurance da parte di organi di controllo interni ed esterni), storici, correnti e soprattutto prospettici, accurati, affidabili, integrali e tempestivi. Ciò imporrà a tutte le aziende, nel rispetto del principio di proporzionalità, una formale gestione pianificata sia dei flussi di tesoreria (Budget di cassa) sia degli obiettivi economico-finanziari a medio termine (Pianificazione finanziaria), associata ad un controllo pro-attivo dei rischi d’impresa (Enterprise Risk Management).
Questo approccio è previsto nella valutazione dei finanziamenti da erogare ad aziende di qualunque dimensione, essendo indicato esplicitamente che: “When assessing the creditworthiness of the borrower, institutions should put emphasis on the borrower’s realistic and sustainable future income and future cash flow, and not on available collateral. Collateral by itself should not be a predominant criterion for approving a loan and cannot by itself justify the approval of any loan agreement”.
Cambia tutto o quasi
Un cambiamento di ottica davvero straordinario, orientato prevalentemente sulle prospettive future del business aziendale: “Institutions should assess the business model and strategy of the borrowers, including in relation to the purpose of the loan (…) Institutions should assess the feasibility of the business plan and associated financial projections, in line with the specificities of the sector in which the borrower operates”
E’ necessario perciò adottare una gestione finanziaria pianificata o, se già presente in azienda, renderla ancora più efficiente.
Anche la tecnologia può venire in aiuto dei CFO e dei tesorieri tramite soluzioni software che permettano di fare simulazioni predittive multiscenario perché potranno recepire le linee guida con maggiore facilità, semplificando il rapporto con gli Istituti di credito e gli altri finanziatori e soprattutto migliorare la gestione aziendale e l’attività di programmazione e controllo.
EBA: nuove linee guida
Entrando più nel dettaglio, cerchiamo di capire come queste nuove linee guida EBA avranno una ricaduta sulle aziende.
Negli ultimi anni il regolatore si è concentrato sull’eleborazione di linee guida con l'obiettivo di indirizzare definitivamente uno dei principali problemi che gli istituti bancari si sono trovati a fronteggiare nell’ultimo decennio: l’asset quality del settore bancario. In tale contesto inizialmente il regolatore si è concentrato sulla risoluzione della criticità legata agli elevati livelli di crediti deteriorati (NPL), problema che caratterizzava in particolare alcuni Paesi dell’Unione Europea tra cui l’Italia.
Con questo percorso (derisking) si è raggiunto il risultato di dimezzare l’NPL Ratio che è passato dal 20% al 10% a fine 2019.
Tuttavia, il periodo Covid-19, porterà probabilmente ad un aumento dei flussi di NPL maggiori rispetto ad uno scenario normale.
In questo contesto, l’attenzione del Regolatore si è progressivamente spostata nel corso degli ultimi anni sul credito performing. In particolare, l’interesse della Vigilanza riguarda le modalità di erogazione e monitoraggio del credito, al fine di prevenire nei prossimi anni la generazione di nuovi stock di NPL.
Durante il 2019 la BCE ha chiesto alle banche di analizzare la qualità e la rischiosità delle erogazioni di credito e, nel corso del 2020, sono state pubblicate le risultanze delle analisi (aumento dei crediti alle famiglie, portafogli corporate con strutture dei prestiti più rischiose, etc.)
A seguito di tale risultanze l’EBA ha pubblicato una prima versione delle nuove linee guida che fornisce raccomandazioni e best practice agli Istituti bancari in materia di concessione del credito con l'obiettivo di assicurare l'adozione di adeguati standard prudenziali e prevenire la generazione di nuovi crediti deteriorati in futuro, garantendo solidità e stabilità al sistema finanziario europeo.
A tal fine vengono introdotte nuove regole e standard rigorosi per l’erogazione del credito con requisiti informativi per tutte le fasi di vita del credito stesso.
In data 29 maggio 2020, l’EBA ha pubblicato il testo definitivo con le nuove linee guida che entreranno in vigore a partire da luglio 2021 e che vedranno un percorso che si completerà nel giugno 2024.
Le principali raccomandazioni alle banche riguardano:
- Internal Governance
- Pratiche di concessione del credito
- Pricing
- Valutazione delle garanzie
- Monitoraggio della vita del credito
Tutto questo avrà una ricaduta importante sulle aziende perché saranno chiamate, dagli istituti bancari, a produrre adeguate informazioni circa la possibile erogazione del credito.
In particolare la valutazione del merito creditizio del cliente dovrà essere coerente con la strategia e le policy degli istituti bancari e dovrà essere analizzata attraverso metriche e parametri specifici per tipologia di segmento, che comprendano anche indicatori di rischio, e strumenti di analisi, quali ad esempio la sensitivity analysis , per cogliere possibili scenari impattanti sulla situazione della controparte. In questo senso, le linee guida EBA insistono molto anche sullo sviluppo e sul rafforzamento degli strumenti di valutazione dei cash flow prospettici del cliente, per lavorare sempre più in ottica forward-looking anche a fronte della maggior disponibilità di dati e informazioni sulle controparti e sugli scenari di mercato.
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X In questo momento, le PMI tendenzialmente forniscono alle Banche esclusivamente documenti e informazioni richiesti in fase di istruttoria. Poche ancora forniscono set documentale di dati storici e prospettici e ancora meno forniscono una comunicazione periodica dei dati economici e finanziari.
Le nuove richieste delle Banche
A questo punto è doveroso chiedersi cosa la Banca chiederà alle aziende?
Rating
- Reddito e flusso di cassa (attuale e prospettico)
- Posizione e impegni finanziari (attuali e prospettici)
- Modello di business
- Piani aziendali supportati da proiezioni finanziarie
PFN e flussi per il rimborso dei crediti (raccomandazioni EBA: stime realistiche e sensitivity analysis)
- Posizione finanziaria netta attuale e prospettica
- Grado di leva finanzaria
- Flussi di reddito e flussi di cassa (attauli e prospettici)
- Flusso di cassa “stressato” da eventi straordinari
- DSCR prospettico
- Analisi redditività attuale e future (grandi imprese)
- Ciclo di monetizzazione del circolante (grandi imprese)
- Distribuzione dei dividendi (grandi imprese)
Modello di business e strategie (raccomandazioni EBA: analisi di benchmarking in caso di dubbi, analisi assetto organizzativo aziendale)
- Modello di business aziendale
- Managerialità e capacità di gestire operazioni di debito
- Proiezioni basate su Conto Economico, Stato Patrimoniale e cash flow prospettici
- Rischi di concentrazione verso clienti e/o fornitori strategici
Tutto questo si traduce, per le aziende, nella necessità di rafforzare i propri processi interni di pianificazione finanziaria, sia short che long term, analizzare scenari alternativi e tenere sotto controllo la generazione di cash flow per coprire tutti gli impegni finanziari in essere.
Per quanto riguarda gli istituti di credito, anche loro dovranno dotarsi di procedure e tecnologia per poter monitorare gli indicatori di rischio per essere in grado di attivare specifiche azioni al superamento di soglie limite. A tal fine, visto che l’impatto IT sarà notevole, è stato dato tempo alle banche (fino al 2024), tramite un regime transitorio, per permettere il reperimento di informazioni, qualitative e quantitative, per creare un framework di monitoraggio.
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