ROI e VUCA World | Delaini & Partners

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Claudio Vettor
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Via Doberdò, 16
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tel. 02.37901352

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VUCA è un acronimo di 4 termini (Variability, Uncertnaity, Complexity, Ambiguity) con cui si definisce sinteticamente il contesto competitivo globale al giorno d’oggi.
VUCA è il risultato di fenomeni quali la globalizzazione, internet, la digitalizzazione progressiva, la crescita tumultuosa di una enorme classe media fuori dall’Europa, i trattati di libero scambio (dal mitico WTO ai più recenti TTIP ecc..).
VUCA è’ il contesto in cui si trovano, loro malgrado, tutte le imprese manifatturiere e nei prossimi 5 anni anche moltissime imprese di servizi. Piaccia o non piaccia il VUCA world è la nuova normalità. Le imprese che riusciranno a cavalcarla progrediranno, quelle che la subiranno faranno una brutta fine.

I fenomeni del "VUCA World"
Se guardiamo al filone manifatturiero possiamo dettagliare i sintomi del VUCA world, di questa nuova normalità CFR QUESTIONARIO.
Siete vittime del VUCA world se la vostra realtà è caratterizzata da fenomeni come:
  • Previsioni sempre più inaccurate, o meglio a livello magari complessivo ci beccano , volte anche no, sto lavorando con un terzista trentino che riceve mensilmente il previsionale dal suo cliente nella speranza che questo aiuti il terzista a essere veloce e puntuale, e a fine 2018 l’ordinato reale era il 170% del previsionale!!. Anche se a livello annuale ci beccano più si va nel dettagli temporale (mensile, settimanale) o di famiglia o codice prodotto più le previsioni sono meno accurate del lancio di una monetina.
  • Varietà di prodotto in aumento esponenziale, siamo ancora dentro una colossale sbornia di ampliamento della gamma come modo per vendere di più. Ha fatto notizia pochi giorni fa AUDI che annuncia una decisa riduzione della gamma, hanno scoperto che correre dietro alla iper customizzazione non paga. Nel frattempo i cataloghi sono diventati delle enciclopedie treccani.
  • Lead Time di approvvigionamento che si allungano. La globalizzazione ha illuso sulla possibilità di sfruttare bassi costi di manodopera per aumentare i margini. Produrre in Cina costa meno (siamo sicuri ? ma questa è una storia che racconteremo la prossima volta) ma in compenso obbliga a lotti grandi e lead time di approvvigionamento enormi. Tutti poi si sono buttati sulla variabilizzazione dei costi, e le supply chain si sono allungate a dismisura. Con conseguente aumento dei lead time, perdita di visibilità (chi sa quando avremo il tal pezzo) , irrigidimento pazzesco, a ogni minima variazione scatta il fenomeno colpo di frusta.
  • Fornitori sparsi in tutto il mondo. Vedi sopra.
  • Cicli di vita del prodotto che si riducono. Non fai a tempo a far diventare un prodotto un best seller che ti dicono che lo devi cambiare….
  • Clienti che pretendono lead time di consegna sempre più brevi. Amazon ci ha abituati a Prime, consegna in un giorno. Scegliamo un oggetto su Amazon alle 11 di sera e a pranzo il giorno dopo ce lo consegnano, perchè al lavoro dovremo avere di meno?
  • Prodotti intrisecamente sempre più complessi, elettronica e informatica si infilano ovunque, elettronica e informatica sono tecnologie fondate sulla meccanica quantistica, valgono le regole della probabilità non la matematica che abbiamo imparato a scuola. Nessuno è in grado veramente di testare al 100% nessun prodotto.
  • Pressione per la riduzione dell’Inventory in crescita, d’altra parte della barricata c’è il CFO, per il quale tutti i fenomeni precedenti si traducono in una oceano di denaro fermo sotto forma di stock.
E adesso che anche le banche hanno capito che lo stock non è una attività (da valutare positivamente come nei bilanci aziendali) ma una passività e una fonte di rischio, avere tanto stock e bassi indici di rotazione vuol dire avere rating peggiori. Pagare più caro il denaro, fare più fatica a approvvigionarsi, ecc. ecc.

Chi governa i flussi?
E in mezzo a tutto questo “VUCA world” chi dovrebbe governare il flusso (operations manager, supply chain director, ecc.) che strumenti hanno a disposizione? MRP, una valanga di Excel e se va bene uno schedulatore a capacità finita. Tutta roba che a ogni variazione richiede una tonnellata di tempo per la manutenzione dei dati, verifiche controlli e genera una valanga di errori e di lavoro per tappare i buchi (che generano costi straordinari che abbassano il ROI). E per di più impedisce di fatto la visibilità sul business (che cosa sta succedendo, ma soprattutto che cosa succede domani e che cosa succederebbe se si realizzano alcune condizioni – what if)

ROI, una equazione complessa
L’equazione del ROI qui sotto descritta chiarisce oltre ogni ragionevole dubbio le relazioni tra il ROI e le variabili da cui dipende.
L’equazione mette in relazione il ROI, ovvero il rapporto tra il profitto e gli investimenti, con la velocità di generazione di cash. La generazione di cash è funzione della velocità con cui il flusso lavora; quanti più ordini clienti vengono consegnati nell’unità di tempo quanto più cash si genera. La velocità / scorrevolezza del flusso dipende dalla variabilità di 4 fenomeni: i processi produttivi interni, i fornitori, la domanda di mercato e del processo decisionale. La variabilità dipende dalla visibilità che il management ha sul flusso. Esistono due flussi quindi uno fisico, di materiali e uno intangibile di informazioni, che si influenzano reciprocamente.

Risolvere l’equazione del ROI diventa ogni giorno più difficile. Che maggiore sia la velocità del flusso maggiore sia il “throughput” generato è fuori discussione (si chiama Legge di Plossl) , è molto più difficile decidere come fare per aumentare la velocità del flusso.
L’inventory, gli stock che prima del VUCA world sono stati la risposta migliore, quella con un rapporto costi / benefici (ROI) ottimale, nel VUCA world non lo sono più. Lo storico dilemma riguardo all’Inventory (è una cosa buona o una cosa cattiva da eliminare?) non aiuta a prendere la decisione migliore.

La soluzione si chiama TOC
In linguaggio TOC (Theory of Constraints) questo dilemma evidenzia con prepotenza l’esistenza di un constraint (una limitazione alla creazione di valore) , e aiuta anche a identificare le caratteristiche chiave della soluzione, così da facilitarne la ricerca o l’invenzione.
Nel metodo TOC il riuscire a delineare le caratteristiche chiave di una soluzione è un passaggio chiave. E allora proviamo a disegnare l’identikit della soluzione che ci permette di risolvere l’equazione del ROI anche in un mondo sempre più VUCA.
Deve riuscire a conciliare un eccellente livello di servizio al cliente (altrimenti i clienti vanno da un’altra parte a comprare) con un contenuto investimento in working capital (altrimenti si muore dissanguati prima ancora di vendere). Non basta un metodo ma deve essere automatizzabile, deve essere supportata da un software, altrimenti per implementarla servono troppe conoscenze e per manutenerla serve un esercito di consulenti.
Deve essere implementabile senza troppe conoscenze metodologiche, senza ribaltare il modello di business e senza ribaltoni organizzativi troppo grossi. Deve essere prototipabile prima di adottarla in tutto e per tutto. E i risultati devono vedersi nel breve, diciamo nel doppio del normale lead time promesso al cliente (se promettete 4 settimane di lead time di consegna i risultati devono vedersi nel giro di 2 mesi)
Abbiamo l’identikit, usiamolo, esiste qualcosa al mondo che risponda a queste caratteristiche. Per vostra, mia e di tutti fortuna esiste. Si chiama DDMRP (Demand Driven MRP).

Il metodo DDMRP
Il DDMRP è un metodo attraverso il quale possiamo modellare, pianificare e gestire la supply chain proteggendo e promuovendo il flow di materiali e informazioni rilevanti, grazie al posizionamento e alla gestione di buffer di stock collocati in punti strategici di disaccoppiamento.
Il DDMRP combina aspetti caratteristici del Material Requirements Planning (MRP) e del Distribution Requirements Planning (DRP), facendo propri anche aspetti fondamentali degli approcci Lean e TOC (Theory of Constraints) come la visibilità e le logiche pull.
Position, protect e pull queste sono le tre parole che sintetizzano al meglio tutta la metodologia, senza però dimenticare il flow, base portante e scopo ultimo di tutte le operazioni.

Volete sapere se fa per voi? Rispondi a 5 semplici domande QUI: https://it.surveymonkey.com/r/Y6KQB32
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