Editoriale | Delaini & Partners

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Ne è passato di tempo da quando – era la metà degli anni ’70 – i primi software applicativi venivano guardati da non pochi imprenditori e manager come oggetti misteriosi, se non sospetti, e il computer era identificato con l’appellativo esagerato di “Cervellone”.
Oggi praticamente non ci accorgiamo che l’IT esista, salvo quando si impalla e ci fa incavolare. Non è più uno strumento: è diventata una utility, un substrato che si intreccia in modo indissolubile con le nostre attività quotidiane, personali ed aziendali.

Industry 4.0 e la spinta all’integrazione
Ne abbiamo parlato con l’Ing. Bernhard Konzet, amministratore delegato di Blulink, da cui abbiamo cercato di capire le motivazioni articolate che hanno portato l’ingresso del gruppo Marposs nella sua società.
Ha citato il parallelismo con casi analoghi al suo: Siemens, Zeiss e Hexagon, tre colossi che operano anche nel campo della strumentazione industriale e del controllo di processo, in tempi recenti hanno tutte fatto acquisti tra le software house che si occupano di Quality Management.
L’indicazione mi sembra meritevole di approfondimento, perché se è vero che in Italia una parte non trascurabile dei progetti Industry 4.0 parte sulla spinta dei vantaggi di tipo fiscale attualmente disponibili, il futuro aprirà darà reali vantaggi competitivi solo a chi investe veramente e con chiarezza di intenti su queste tematiche. E non parlo solo di investimenti materiali quanto di un lavoro in profondità da effettuare sulla mentalità e sulle persone, a partire dai vertici aziendali.

La scelta? Ai Manager di settore!
Le considerazioni esposte ci portano ad allargare l’orizzonte del ragionamento. E’ noto che l’interlocutore di qualsiasi società che offre software e consulenza – due elementi sempre più integrati ed ormai indissolubili – da tempo non sia più il responsabile dei sistemi informativi ma il responsabile della o delle aree aziendali interessate all’incremento di efficienza ottenibile. Chi si occupa dell’IT normalmente viene coinvolto verso la fine della trattativa, quella in cui devono essere valutate le interazioni e le compatibilità tra il nuovo software e gli altri già operativi nell’impresa.
Lo stesso ragionamento, anche se in un settore differente, in fondo ce lo fa anche Ezio Bertellino di HBT SA che ricorda come nei progetti di Business Intelligence la priorità ormai vada ai modelli di analisi disponibili mentre lo strumento tecnologico rimane sostanzialmente in second’ordine nelle valutazioni.

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Grazie per l'attenzione e buona lettura. E magari fatemi gli auguri: domenica con gli anni ho raggiunto una bella cifra tonda.
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Alberto Delaini
alberto@delainipartners.it
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