Editoriale n° 13 - novembre 2014
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X Le prime avvisaglie risalgono molto lontano nel tempo. L’As/400 nato nel 1988 – quello il nome di battesimo originario – ha continuato ad evolversi con continuità. Non solo in termini di processori sempre più potenti, ma come struttura tecnologica.
Quello che era un sistema inizialmente chiuso e monodirezionale, con gli anni si è aperto fino a diventare probabilmente la piattaforma hardware più aperta ad ospitare sostanzialmente tutti gli ambienti più diffusi. Una partizione Windows oppure Linux trovano un comodo e sicuro supporto, senza conflitti con quelle che ospitano le applicazioni tradizionali scritte in RPG o Cobol. Semplicemente fantastico!
Ma … c’è un ma. Ad ogni occasione IBM presenta una slide che illustra l’evoluzione di quello che oggi ha preso il nome di Power i e che viene estesa con una serie di milestone che arrivano fino al 2025. E questo è eccezionale. Però sembra che queste rassicurazioni abbiano smarrito il grip, il filo di collegamento che per tantissimi anni hanno reso i clienti con sistemi IBM difficilmente attaccabili. |
Proviamo a fare qualche ipotesi.
C’è stato un periodo in cui l’As/400 rappresentava per la PMI italiana lo strumento principe per tutta una serie di motivi:
- era dotato di una ricchissima serie di soluzioni gestionali, con verticalizzazioni per qualsiasi settore
- la rete dei Partner IBM era estremamente qualificata in termini di conoscenza dei processi aziendali e svolgeva anche il ruolo di consulente organizzativo presso il management aziendale
- gli ERP internazionali in buona parte erano disponibili su piattaforma IBM
- i primi ERP in ambiente Microsoft (seconda metà degli anni ’90) erano diretti ad aziende con esigenze limitate e raramente coprivano le aree della produzione
- la concorrenza “forte” si annidava nelle soluzioni Unix, peraltro meno pervasive sul mercato.
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| Poi, lentamente ma con progressione inesorabile, lo scenario ha iniziato a cambiare:
- gli ERP internazionali hanno preso forza, complice la globalizzazione dei mercati che ha costretto la aziende a intervenire sui sistemi informativi, e si sono resi via via indipendenti dalla piattaforma tecnologica; un pizzico di responsabilità ce l'ha pure IBM che ne ha favorito l'introduzione presso i suoi Clienti più rappresentativi, perdendo poi il controllo della situazione
- gli ERP del mondo Windows si sono completati in termini di contenuti
- gli ERP del mondo Windows si sono rafforzati in termini di supporti qualitativi all’avviamento, facendo "campagne acquisti" su larga scala tra quelli che erano i Partner storici IBM
- molti dei produttori nazionali di area As/400 non hanno avuto le risorse (o il coraggio?) di reinvestire nel proprio ERP che ha intrapreso la strada del declino.
Ed è stato così che l'As/400 o System i o Power i, come preferite, si è trovato accerchiato dall'alto dove gli ERP internazionali sono diventati quasi uno "status symbol" (senza volerne discutere l'efficienza e la necessità), mentre dal basso quelli che erano stati soluzioni scarne e frugali si sono irrobustite sfruttando, tra l'altro, la nativa familiarità con il mondo Office dell'informatica individuale e con le comunicazioni via email. |
E IBM? Qui direi che comincia una zona di difficile interpretazione. Da una parte ha continuato ad evolvere e potenziare lo strumento Power i, dall’altra – per lo meno in Italia – non ha prodotto (o trasmesso, magari il problema è solo di comunicazione) granitiche certezze.
Alcuni esempi?
- interfaccia grafica: uno dei “drammi” delle applicazioni As/400 è quello dell’interfaccia utente; possibile che non se ne sia identificata una standard (semplice, economica e produttiva) e che tra le tante acquisizioni della casa di Armonk non ci sia stato spazio per questa componente vitale?
- ACG: l’altalena di indicazioni e i tremendi ritardi nel completamento delle tanto attese “Vision4” si sono concluse con la cessione di questo asset a TeamSystem, una scelta senz’altro strategica ma poco rassicurante per il mercato dei fedelissimi
- rete dei Partner: quella che era una roccaforte sostanzialmente inespugnabile (ennesimi i tentativi per scalfirla) oggi è uno strumento poco controllato o controllabile, che ha cominciato col rivolgersi ad altre piattaforme per soddisfare le esigenze “di contorno” dei propri clienti e che adesso lo fa anche per quelle di base, leggasi gli ERP.
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Infine ci sono i dati nudi e crudi: l’installato midrange IBM in vent’anni è passato grosso modo da 35.000 a 15.000 unità, con una perdita che nei tempi più recenti è stata di oltre 1.100 sistemi l’anno. Avete presente? Significa 5 in meno per ogni giorno lavorativo.
Mi fermo qui. Nessuna volontà disfattista, solo il rammarico di vedere uno strumento amato da migliaia di aziende e operatori IT che perde posizioni. Ha senso lasciarlo scivolare verso una “dolce morte”?
Eppure ... eppure IBM ha una storia lunghissima e zeppa di innovazioni. Perchè non sono i "follower" quelli che fanno la storia, ma gli innovatori. Mi torna in mente uno slogan che risale a metà anni '80, nel momento in cui i Personal IBM venivano attaccati da prodotti che ne erano semplici copie ma costavano parecchio meno:"solo il passato può essere clonato,
il futuro deve essere inventato".
E di futuro nel Power i ce n'è parecchio, magari sottostimato, magari non perfettamente enfatizzato:
- è l'unico sistema mai violato dai virus, e scusate se è poco
- dispone di un'affidabilità che lo fa regolarmente rimpiangere a chi l'ha abbandonato
- porta con sè una continuità degli investimenti applicativi che si estende oltre i suoi 25 e passa anni di vita, visto che ci girano tuttora applicazioni nate sul Sistema /36 e sul Sistema /38
- è una macchina multi piataforma, anche se questa è la sua qualità oggi meno sfruttata.
Da questi elementi esce la domanda: quando dalla crisalide del "vecchio" As/400 spiegherà le ali la farfalla del Power i, quello che ancora deeve manifestarsi appieno?
In ogni caso c'è ancora il tempo per invertire il trend.
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Passiamo adesso ai temi di questo numero. Fino ad oggi nella rubrica "ERP alla Sbarra" ci siamo occupati di soluzioni sostanzialmente nazionali. Questa volta abbiamo pensato di dare uno sguardo ad un prodotto tipicamente internazionale, distribuito in tutto il mondo.
Abbiamo scelto di farlo in un'ottica tutta particolare, quella di VAR-ONE, la realtà che raccoglie una parte importante della rete di distribuzione italiana e si impegna per migliorare l'efficienza dei propri associati, coordinarne le azioni e realizzare il maggior numero possibile di sinergie. Perchè le qualità di quasiasi ERP si manifestano compiutamente solo quando vengono calate in modo adeguato nella realtà di aziende di vario tipo e dimensione. |
Alberto Delaini |  |
alberto@delainipartners.it | |